Diario

Thriller

Dopo un mese dall’ultima uscita deludente alla cava Ongari, questo lunedì mattina decido di tornarci.
Sicuramente la zona è più tranquilla della domenica, anche i frequentatori, che fanno la loro passeggiata con i cani, sono più consapevoli dell’ambiente e più rispettosi della fauna selvatica.
Lascio la bicicletta poco prima dell’entrata e mi avvio a piedi per raggiungere il primo punto di osservazione poco dopo l’ingresso. Con il binocolo ho modo di vedere alcuni germani reali, delle gallinelle d’acqua, uno svasso maggiore, due cormorani in lontananza, un paio di aironi cenerini e alcune garzette lungo la riva che confina con la cava Casati.
Riprendo la strada che porta verso lo stagno, degli scoiattoli si rincorrono e saltano tra i rami, una minilepre, senza fretta, si addentra tra gli arbusti; prima del bivio per il sentiero naturalistico, vedo un picchio verde volare verso gli alberi sul lato esterno della cava. Guardo su quale albero si posa e capisco che deve essere dietro al tronco, perché non riesco a vederlo. Mi fermo comunque: sono sicuro che c’è.
Pochi istanti dopo lo vedo spostarsi sull’albero a fianco, dove si posa su un ramo. Lo inquadro con la macchina fotografica, ma i vari rametti in primo piano sono di disturbo. Quindi tenendolo inquadrato mi sposto cercando il varco ottimale per lo scatto: è una femmina che osserva l’albero vicino, facendo dei richiami.

Cava Ongari, Milano 15 aprile 2024

Subito dopo vedo passare un altro picchio verde, che mi sembra arrivare dall’albero a cui guardava la femmina, che parte e si aggrappa al tronco nei pressi di un foro.

Dopo una breve sosta si introduce nel buco. Forse ho scoperto un nido. Aspetto alcuni minuti, ma non succede più niente.

Mi avvio soddisfatto per proseguire la mia escursione. Raggiunta la riva della cava, vedo altri cormorani e aironi cenerini. Nei pressi dell’ingresso di via Caldera giro a sinistra e proseguo sulla strada alta che costeggia la cava. In un varco della vegetazione che consente la vista della riva sottostante, posso fotografare uno svasso maggiore, piuttosto vicino, anche se visto dall’alto.


Ritorno sui miei passi e mi dirigo verso lo stagno, proseguendo poi, con l’intenzione di fermarmi, per controllare eventuali movimenti intorno al probabile nido del picchio verde. Una volta raggiunto il punto, alla prima occhiata non vedo nulla d’interessante. Poi guardo con il binocolo: ancora niente. Mi spiace andarmene senza ulteriori conferme. Lascio passare pochi minuti e guardo ancora con il binocolo, quasi non riesco a credere a quello che vedo: ecco la femmina che si affaccia dal nido.

Sono fermo per eventuali accadimenti ed ecco che un gruppo di cinque parrocchetti dal collare si posano sull’albero. Uno si avvicina al foro e …

Guarda la sequenza del thriller

Thriller

Vai all’articolo sul picchio verde